Un Cuore per la Nigeria – Firmato lo storico accordo con l’UCH di Ibadan

Ci sono traguardi che non arrivano all’improvviso. Hanno il ritmo lento e ostinato delle cose che crescono con cura, passo dopo passo. E ci sono firme che, quando si appoggiano sulla carta, pesano come pietre miliari nella storia di un progetto. Oggi, 17 marzo, è uno di quei giorni.

Il protocollo di intesa tra POBIC e l’UCH di Ibadan – il più importante ospedale universitario della Nigeria – è realtà. Un accordo quinquennale di collaborazione nell’ambito della cardiochirurgia pediatrica, siglato alla presenza del Presidente di POBIC Paolo Novellini, del Dott. Festus Adedayo e delle autorità sanitarie nigeriane, Prof. Jesse Abiodun Otegbayo, Direttore Generale dell’UCH, e Prof.ssa Olubukola Adeponle Adesina, Presidente del Comitato Medico Consultivo. Ma questa non è solo una notizia. È il culmine di una storia iniziata molto tempo fa.

Le prime battute di un lungo cammino

Tutto è iniziato nel 2016, con le prime missioni di POBIC in Nigeria. In quelle prime, coraggiose spedizioni, le equipe mediche italiane lasciavano l’Italia per operare bambini affetti da cardiopatie congenite in contesti sanitari estremamente difficili. Si trattava di missioni esplorative, piene di incognite, ma spinte da una certezza: ogni bambino salvato valeva il viaggio.

 

L’University Teaching Hospital di Enugu fu il primo ospedale partner. Da lì, nel tempo, nacquero collaborazioni stabili con strutture come il Federal Medical Center di Yenagoa e il Niger Delta University Teaching Hospital di Okolobiri. Interventi, formazioni, workshop, volontari, partenze, rientri: la macchina della solidarietà non si è più fermata.

Il cuore oltre il mare

Quando le cardiopatie erano troppo complesse per essere affrontate in Nigeria, POBIC si faceva carico del trasferimento dei piccoli pazienti in Italia, presso l’Istituto Gaslini di Genova. Così, negli anni, Michael, Yusuf, Jesse, Daniel, Treasure, Salim, Diane, Jed, Simon, Aleeson e molti altri hanno attraversato il mare per ricevere una seconda possibilità.

 

 

Il programma di adozione a distanza è nato proprio per accompagnarli nel tempo, garantendo non solo cure mediche, ma anche continuità educativa e supporto familiare. Perché guarire, in fondo, significa anche poter crescere.

Una casa che accoglie, un ago che cuce

Nel frattempo, a Yenagoa, nasceva Casa POBIC: una struttura dove si intrecciano assistenza, protezione e formazione. Qui, le giovani donne vittime di violenza o emarginazione ricevono sostegno, accoglienza, e soprattutto, strumenti per riprendersi la propria vita. Tra questi, il più prezioso: l’autonomia.

 

Il progetto di formazione sartoriale è diventato un simbolo di riscatto. Cucire, in questa terra, non è solo mestiere: è arte, dignità, indipendenza. È il filo con cui si ricuce una vita nuova.

La stima delle istituzioni

Tutto questo ha attirato l’attenzione delle autorità nigeriane. Il Ministro della Salute ha scritto al Governo Italiano, lodando l’operato di POBIC e chiedendo che il progetto prosegua e si rafforzi.

LEGGI ANNO PER ANNO IL PERCORSO POBIC IN NIGERIA

 

Anche il Governatore dello Stato di Bayelsa ha riconosciuto ufficialmente il valore del lavoro svolto, definendo l’iniziativa come un esempio virtuoso di cooperazione tra popoli.

Il giorno che aspettavamo

Ed eccoci a oggi. Dopo anni di lavoro sul campo, POBIC ha firmato un accordo con l’UCH di Ibadan, uno dei più prestigiosi ospedali della Nigeria.

 

Non è solo un atto formale: è una promessa reciproca. Una visione condivisa che punta alla creazione di un reparto di cardiochirurgia pediatrica operativo, stabile, formativo, in grado di restituire la salute e il futuro a centinaia di bambini.

 

Un progetto che ora ha radici più profonde, e ali più larghe.

Questa firma non chiude un capitolo. Lo apre. È la conferma che ogni bambino salvato finora non è stato un gesto isolato, ma parte di una missione più grande.
E oggi, quel cuore che ha battuto forte a Enugu, a Genova, a Yenagoa, comincia a battere anche a Ibadan.
Il futuro è appena cominciato.

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Autore

  • Marketer e docente di comunicazione e marketing, sensibile a tematiche umanitarie e di soccorso. Scrivo solo di ciò che mi interessa realmente e la missione di POBIC è di cruciale importanza.

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