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Open Heart - Uganda

Missione in Uganda

Pobic non è nuova in Uganda.

 

Già nel 2016 il progetto OPEN HEART aveva messo le prime radici attraverso il progetto POBIC FOR WOMEN. Un’iniziativa complessa e fruttuosa, nata in collaborazione con Rena-Foundation, una realtà attiva nella regione Rwenzori, nell’Uganda dell’ovest.

 

Una realtà mirata alla tutela delle donne in gravidanza che rischiano costantemente la vita per via delle basse condizioni igieniche e sanitarie.

 

 

Raccontiamo la storia di quel viaggio in questo link: 

Progetto Pobic For Women – uganda.

 

 

Arriva però nel 2024 la svolta per il progetto OPEN HEART vero e proprio, quello mirato a salvare bambini affetti da gravi patologie cardiache.

 

 

Un viaggio inteso portato avanti con i medici Carmelo Arcidiacono e Marta Gagliardi dell’ospedale Gannina Gaslini di Genova e accompagnato dal fotografo Raffaele Petrella e dalla giornalista Marta Bellingreri.

 

Continua la lettura per vedere le immagini e per leggere le esperienze.

Dove opera Open Heart

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La missione POBIC HEART UGANDA - 2024

3 vite salvate nel 2024

Il 2024 è anche l’anno dei continui viaggi dall’Italia all’Uganda e di tre viaggi in particolare dall’Uganda verso l’Italia.

 

Tre giovani vite hanno accesso al progetto OPEN HEART UGANDA, le prime dei 59 bambini che hanno avuto accesso allo screening di questo incredibile viaggio.

Scopri la loro storia quì.

 

Ariella è salva.
Il cuore di Mary è guarito.
Jernita è guarita.

 
 

Il team Pobic Uganda ha dato appuntamento a decine di famiglie all’ospedale Heart Institute della capitale Kampala e ha organizzato l’incontro con quelle che già hanno compiuto il viaggio in Italia per le operazioni dei loro piccoli. La professionalità del team dell’ospedale locale e l’ospitalità ugandese calorosa hanno contribuito a rendere la missione un enorme successo!


Oltre cinquanta appuntamenti e in ogni volto la speranza di poter accedere al progetto OPEN HEART.


Ogni Donazione in più, ci consente di dare speranza ad ogni singolo bambino che avvera e che spera.

Storie di bambini che vogliono vivere.

Martha Ariana Minebingwa, 13 anni, ama cantare. 

 

Quello di diventare una cantante è solo uno dei desideri che la ragazza spera possa realizzare dopo un’operazione al cuore. 

 

Martha Ariana, insieme alla mamma Doreen Akello, hanno partecipato alle giornate di screening all’ospedale di Kampala, Uganda Heart Institute, dove hanno incontrato i medici dell’ospedale Gaslini di Genova per una visita cardiologica.

 

 

“Avere 13 anni e problemi al cuore è sentirsi un po’ diversi”, dice Martha Ariana. “Ma oggi torno a casa con una speranza”.

Fatia Nakazibwe tiene in braccio la sua piccola Ariela. Si è alzata alle 6 per raggiungere l’Uganda Heart Institute di Kampala. Ma non è la distanza più lunga che ha fatto nella vita. 



Sei mesi prima di questo appuntamento ha partorito Ariela e da allora ogni sorriso è stato sofferto. La bimba non dorme più di tre ore a notte, suda spesso e non prende peso. Ha un canale atrio-ventricolare che può causare scompenso cardiaco, poche aspettative di vita. O meglio aveva. La mattina in cui si è svegliata all’alba, Fatia è andata incontro alla speranza. 

 

Ariela, insieme alla mamma Fatia, potrà essere operata in uno degli ospedali di eccellenza di cardiologia pediatrica, a Genova. 

Il corpicino di Evangelina Alma, di appena un mese, è inseparabile da quello della mamma Sophia.

 

3 kg, 50 cm e 81% di saturazione: sono questi i dati preoccupanti che fanno di Evangelina Alma una buona candidata per le prossime operazioni della missione Pobic all’Uganda Heart Institute della capitale Kampala. 

 

“Non riesco a dormire affatto da quando è nata” dice la mamma, “spesso le sale la temperatura, devo controllare sempre”.

 

Ma quando l’allatta, per pochi minuti che la piccola, Sophia sta bene. Gli occhi le brillano dopo aver incontrato la dottoressa Gagliardi, in missione Pobic, che ha eseguito l’ecocardiogramma alla piccola.

 

Bambini ugandesi vivi grazie al progetto OPEN HEART UGANDA

Teopisca e Simon (vedi la sua storia sotto) hanno vivo il ricordo della calda accoglienza ricevuta in Italia quando sono atterrati per l’operazione al cuore del piccolo Simon. “L’idea di partire con mio figlio di soli 10 mesi verso un paese lontano, senza parenti, mi preoccupava” dice Teopisca.

 

“Il team di Pobic ci è venuto a prendere in aeroporto e da subito ho sentito che tutto sarebbe andato per il meglio”. Così è stato. 

 

Dopo l’operazione all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, Teopisca ha rivisto suo figlio:“quella gioia nei suoi occhi ha significato tutto per me”. Un anno dopo l’operazione, Simon è stato rivisitato dai medici del Gaslini in missione Pobic in Uganda. 

Quando Miria aveva 9 anni, è stata operata all’ospedale Gaslini di Genova per una malformazione al cuore.

 

Aveva difficoltà a respirare e sudava molto.

 

“L’operazione mi ha cambiato la vita” dice Miria. “Nonostante amassi gli studi, non riuscivo ad essere mai attenta. Dopo l’operazione finalmente ho cominciato a volermi bene, a camminare molto e a lavorare tanto a scuola!”

 

La mamma Rosemary è sempre in contatto con Pobic per il follow up di sua figlia. Durante l’ultima visita, nel gennaio 2024 dei medici del Gaslini in missione con Pobic, hanno confermato la salute del cuore di Miria.

Uganda 2023 - l'anno di Simon

Simon e la sua lotta contro la vita

Il bambino Simon Jireh MUGISA nato il 17.03.2022 in Uganda con patologia di Tetralogia di Fallot è arrivato in Italia con la madre Sig.ra Teopista Ochora il 26.01.2023 e ricoverato presso l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova il 27.01.2023.

 

È stato operato dall’équipe guidata dal Dott. Francesco Santoro il 06.02.2023 ed è stato

dimesso il 28.02.2023.

 

Dopo una convalescenza riuscita, Simon e sua madre sono tornati in Uganda il 06.03.2023.

 

Quando Simon Jireh Mugisa è arrivato in Italia, il 26 gennaio 2023, le sue condizioni erano delicate a causa della Tetralogia di Fallot, una grave patologia cardiaca congenita che comprometteva il corretto afflusso di sangue ai suoi polmoni e al resto del corpo.

 

Il piccolo aveva affrontato i primi mesi della sua vita con notevoli difficoltà respiratorie e affaticamento costante. 

 

Simon non poteva giocare o muoversi come gli altri bambini; i suoi movimenti erano limitati dal respiro affannoso e dalla cianosi, una colorazione blu delle labbra e delle unghie, tipica dei bambini con questa condizione.

 

L’équipe medica, guidata dal dott. Francesco Santoro, si è preparata con cura per un’operazione delicata e complessa, consapevole dell’importanza di questo intervento per la vita del piccolo Simon.

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Grazie alle numerose donazioni e al lavoro di molti volontari, abbiamo sino ad oggi aiutato oltre 300 bambini in 7 missioni di cooperazione internazionale.
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