+39 0376 920464
Il nostro arrivo all’aeroporto di Abidjan, il 30 luglio 2012, non fu dei migliori. La maggior parte dei bagagli partiti da Milano Malpensa non era stata caricata sull’aereo durante la coincidenza a Tunisi. Ci ritrovammo così, per quattro giorni, a gestire il nostro soggiorno con il minimo indispensabile: qualche indumento di ricambio e le scarpe adatte a un clima tropicale, con temperature tra i 24 e i 26 gradi e un’umidità prossima al 70%. Non certo il miglior modo per iniziare una missione di lavoro.
Dopo aver sbrigato le pratiche amministrative e atteso il recupero dei bagagli, cominciammo a entrare nel contesto di Abidjan. La città appariva congestionata da migliaia di taxi e autobus fatiscenti, soffocata da smog e caotica oltre ogni previsione. In mezzo a una situazione di degrado urbano e povertà diffusa, la vita quotidiana si consumava tra miseria, sofferenza e condizioni igienico-sanitarie molto precarie.
Diverso da quanto vissuto nella missione del 2009, l’illuminazione stradale risultava migliorata, ma erano ancora presenti numerosi checkpoint istituiti dalla milizia, che scandivano il tragitto lungo le arterie principali. Le torce dei soldati, che controllavano le vetture nella notte, illuminavano i nostri volti pallidi e stanchi: i documenti dei nostri accompagnatori locali erano la nostra unica garanzia di sicurezza.
La Costa d’Avorio, all’epoca, era ancora segnata da dieci anni di instabilità e guerriglia interna, tra le fazioni di Ouattara e Gbagbo. Il paese, primo produttore mondiale di cacao e importante esportatore di caffè e caucciù, possiede anche enormi ricchezze minerarie, tra cui diamanti, oro, petrolio e manganese. Tuttavia, il potenziale economico era frenato dalle tensioni politiche e da un degrado urbano evidente.
In attesa dei bagagli, visitammo Grand Bassam, la vecchia capitale coloniale francese, oggi importante centro turistico e artigianale. Nonostante la bellezza del luogo, il degrado ambientale era evidente, con cumuli di rifiuti (soprattutto plastica) che invadevano le spiagge.
Il nostro arrivo all’ospedale di Bongouanou fu accolto con grande calore. Era ancora vivo il ricordo della precedente missione, durante la quale erano stati consegnati arredi ospedalieri, defibrillatori, attrezzature per sala operatoria e organizzata formazione sanitaria per medici e infermieri.
Questa volta, il nostro compito prevedeva il perfezionamento della formazione sanitaria, in particolare sulla gestione delle emergenze cardiocircolatorie. Inoltre, era previsto il trasferimento di quattro ambulanze destinate al trasporto sanitario di pazienti dai villaggi all’ospedale locale e, se necessario, fino ad Abidjan. L’efficacia di queste donazioni fu dimostrata subito: durante il trasferimento delle ambulanze, un incidente stradale costrinse a utilizzare immediatamente uno dei mezzi per trasportare un ferito all’ospedale.
Nel frattempo, i corsi di formazione sulla rianimazione cardiopolmonare (RCP) proseguirono con l’uso di manichini didattici per adulti e bambini, donati successivamente all’ospedale per continuare gli esercizi pratici in autonomia.
Durante i weekend, furono organizzate visite nei villaggi e incontri con le comunità locali.
Memorabile il viaggio al villaggio d’origine del nostro prezioso collaboratore ivoriano Tano, immerso nella foresta. Qui, in un contesto semplice e genuino, i bambini, molti dei quali vedevano un uomo bianco per la prima volta, reagirono prima con timore e poi con entusiasmo, partecipando con gioia a fotografie e giochi improvvisati.
Non mancarono celebrazioni locali, come la visita al villaggio di Fabien, altro notabile della zona, dove fummo accolti con pasti tradizionali — tra cui pietanze a base di istrice e aguti in umido, prelibatezze forestali offerte con grande ospitalità.
Infine, il 7 agosto 2012, partecipammo alle celebrazioni per il 52° anniversario dell’indipendenza della Costa d’Avorio dalla Francia. La città di Bongouanou si animò con sfilate, danze, mercati colorati e manifestazioni culturali che coinvolsero l’intera popolazione.
La missione Emergency Transport ha rappresentato un’importante azione di cooperazione internazionale sul campo, capace di integrare l’aiuto sanitario e logistico con un profondo rispetto per la cultura locale, rafforzando così i legami tra popoli distanti ma uniti dallo stesso spirito di solidarietà.
Marketer e docente di comunicazione e marketing, sensibile a tematiche umanitarie e di soccorso. Scrivo solo di ciò che mi interessa realmente e la missione di POBIC è di cruciale importanza.
Visualizza tutti gli articoliBozzolo (MN) - sede operativa
V. Belfiore N. 9
Tel - +39 0376-920464
Verona - sede territoriale
Via Albere Nr. 29/A
Tel - +39 0376-920464
Sede Operativa
Via Santa Maria in Conio, 10
35131 Padova PD
Sede legale / operativa
Romanino 1
25123 Brescia
Sed sit amet nisl in velit viverra bibendum in ac nisi. Etiam efficitur dui vitae sem