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14 Apr
Progetto Open Heart Nigeria: come Sonia è tornata a vivere grazie a un intervento straordinario Grazie al programma Open Heart di Pobic e all’eccellenza della cardiochirurgia italiana, una giovane ragazza africana affetta da una grave cardiopatia congenita ha ricevuto una seconda possibilità . Una storia vera di speranza, scelte difficili e vita salvata. In Africa, ogni anno migliaia di bambini nati con gravi malformazioni cardiache non hanno accesso a cure adeguate. Ma ogni tanto, grazie al coraggio delle famiglie, all’eccellenza medica italiana e al sostegno di chi dona, avviene un piccolo miracolo. È il caso di Sonia, una ragazza di 15 anni affetta da una gravissima cardiopatia congenita, che oggi è viva grazie all’intervento di chirurgia cardiaca pediatrica reso possibile da Pobic attraverso il programma Open Heart. Una diagnosi senza appello: pochi mesi di vita Durante uno screening medico in Africa organizzato da Pobic nel gennaio scorso, i medici hanno individuato sette bambini in condizioni critiche. Tra loro, Sonia spiccava non solo per la gravità della malattia, ma anche perché era visibilmente più grande degli altri. Aveva già compiuto 15 anni e, secondo i medici, le restavano solo pochi mesi di vita se non fosse stata operata d’urgenza. La sua cardiopatia evolutiva conduceva alla morte entro i 16 anni. Eppure, Sonia continuava ad andare a scuola, sognando di essere inclusa nel programma Open Heart che porta in Italia bambini malati di cuore per essere operati. Un intervento ad altissimo rischio Tra i casi gravi, Sonia era quella con meno tempo a disposizione, ma anche con il più alto rischio operatorio. Il cardiochirurgo italiano Dr. Giancarlo Michielon (Ospedale Gaslini di Genova), tra i massimi esperti mondiali di chirurgia cardiaca infantile, ha confermato che l’operazione era possibile, ma con un rischio di morte pari al 50%. Oltre al rischio vitale, c’era un 70% di probabilità che la ragazza uscisse dall’intervento con un pacemaker permanente o con invalidità neurologiche causate da eventuali complicazioni. Anche i costi dell’operazione erano significativamente più alti rispetto alle altre, a causa della complessità e delle competenze specialistiche necessarie. La scelta del coraggio e della vita La decisione non è stata semplice. È spettata al Presidente di Pobic, Paolo, assumersi la responsabilità morale e operativa di dare una possibilità a Sonia. Con grande determinazione, Pobic ha avviato una raccolta fondi straordinaria e ha organizzato il trasferimento in Italia. La famiglia di Sonia – mamma, papà e due sorelline – ha accettato consapevolmente di correre questo rischio. Perché non c’era altra via per salvare la vita di questa giovane ragazza. Il miracolo della cardiochirurgia italiana L’intervento è stato programmato presso il Gaslini di Genova, eccellenza assoluta nella cura dei bambini affetti da malattie cardiache congenite. La chirurgia è andata oltre le migliori aspettative: nessun arresto cardiaco, nessun pacemaker, nessun danno neurologico. Il cuore di Sonia è stato ricostruito. Oggi la ragazza può vivere una vita normale. Un cuore nuovo le ha ridato il futuro. Perché sostenere il programma Open Heart di Pobic Ogni storia come quella di Sonia è il risultato di un’unione concreta tra competenze mediche di altissimo livello e un sostegno umanitario reale. Il programma Open Heart di Pobic si occupa di identificare, selezionare e operare bambini e ragazzi con patologie cardiache gravi che nei Paesi d’origine non avrebbero alcuna possibilità di cura. Grazie alle donazioni, Pobic riesce a finanziare viaggi, operazioni e degenze, salvando vite che altrimenti sarebbero destinate a spegnersi. La storia di Sonia dimostra che donare salva davvero la vita di un bambino. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +
Continua a leggere26 Mar
Un Cuore per la Nigeria – Firmato lo storico accordo con l’UCH di Ibadan Ci sono traguardi che non arrivano all’improvviso. Hanno il ritmo lento e ostinato delle cose che crescono con cura, passo dopo passo. E ci sono firme che, quando si appoggiano sulla carta, pesano come pietre miliari nella storia di un progetto. Oggi, 17 marzo, è uno di quei giorni. Il protocollo di intesa tra POBIC e l’UCH di Ibadan – il più importante ospedale universitario della Nigeria – è realtà . Un accordo quinquennale di collaborazione nell’ambito della cardiochirurgia pediatrica, siglato alla presenza del Presidente di POBIC Paolo Novellini, del Dott. Festus Adedayo e delle autorità sanitarie nigeriane, Prof. Jesse Abiodun Otegbayo, Direttore Generale dell’UCH, e Prof.ssa Olubukola Adeponle Adesina, Presidente del Comitato Medico Consultivo. Ma questa non è solo una notizia. È il culmine di una storia iniziata molto tempo fa. Le prime battute di un lungo cammino Tutto è iniziato nel 2016, con le prime missioni di POBIC in Nigeria. In quelle prime, coraggiose spedizioni, le equipe mediche italiane lasciavano l’Italia per operare bambini affetti da cardiopatie congenite in contesti sanitari estremamente difficili. Si trattava di missioni esplorative, piene di incognite, ma spinte da una certezza: ogni bambino salvato valeva il viaggio.  L’University Teaching Hospital di Enugu fu il primo ospedale partner. Da lì, nel tempo, nacquero collaborazioni stabili con strutture come il Federal Medical Center di Yenagoa e il Niger Delta University Teaching Hospital di Okolobiri. Interventi, formazioni, workshop, volontari, partenze, rientri: la macchina della solidarietà non si è più fermata. ADOTTA A DISTANZA Il cuore oltre il mare Quando le cardiopatie erano troppo complesse per essere affrontate in Nigeria, POBIC si faceva carico del trasferimento dei piccoli pazienti in Italia, presso l’Istituto Gaslini di Genova. Così, negli anni, Michael, Yusuf, Jesse, Daniel, Treasure, Salim, Diane, Jed, Simon, Aleeson e molti altri hanno attraversato il mare per ricevere una seconda possibilità .   Il programma di adozione a distanza è nato proprio per accompagnarli nel tempo, garantendo non solo cure mediche, ma anche continuità educativa e supporto familiare. Perché guarire, in fondo, significa anche poter crescere. Una casa che accoglie, un ago che cuce Nel frattempo, a Yenagoa, nasceva Casa POBIC: una struttura dove si intrecciano assistenza, protezione e formazione. Qui, le giovani donne vittime di violenza o emarginazione ricevono sostegno, accoglienza, e soprattutto, strumenti per riprendersi la propria vita. Tra questi, il più prezioso: l’autonomia.  Il progetto di formazione sartoriale è diventato un simbolo di riscatto. Cucire, in questa terra, non è solo mestiere: è arte, dignità , indipendenza. È il filo con cui si ricuce una vita nuova. La stima delle istituzioni Tutto questo ha attirato l’attenzione delle autorità nigeriane. Il Ministro della Salute ha scritto al Governo Italiano, lodando l’operato di POBIC e chiedendo che il progetto prosegua e si rafforzi. LEGGI ANNO PER ANNO IL PERCORSO POBIC IN NIGERIA  Anche il Governatore dello Stato di Bayelsa ha riconosciuto ufficialmente il valore del lavoro svolto, definendo l’iniziativa come un esempio virtuoso di cooperazione tra popoli. Il giorno che aspettavamo Ed eccoci a oggi. Dopo anni di lavoro sul campo, POBIC ha firmato un accordo con l’UCH di Ibadan, uno dei più prestigiosi ospedali della Nigeria.  Non è solo un atto formale: è una promessa reciproca. Una visione condivisa che punta alla creazione di un reparto di cardiochirurgia pediatrica operativo, stabile, formativo, in grado di restituire la salute e il futuro a centinaia di bambini.  Un progetto che ora ha radici più profonde, e ali più larghe. Questa firma non chiude un capitolo. Lo apre. È la conferma che ogni bambino salvato finora non è stato un gesto isolato, ma parte di una missione più grande. E oggi, quel cuore che ha battuto forte a Enugu, a Genova, a Yenagoa, comincia a battere anche a Ibadan. Il futuro è appena cominciato. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +
Continua a leggere14 Gen
Le storie di Tehila e Joshua: un viaggio di speranza dalla Nigeria all’Italia In Nigeria, un paese ricco di cultura e risorse, ma segnato da profonde disuguaglianze, l’infanzia può essere una sfida quotidiana. Per i bambini con disabilità o condizioni mediche complesse, come Tehila e Joshua, queste sfide diventano ancora più ardue.  Tehila: un sorriso oltre le difficoltà Tehila è una bambina di 7 anni nata in un villaggio rurale nel sud della Nigeria. Fin dalla nascita, ha affrontato la sindrome di Down, una condizione genetica che, in un contesto come quello nigeriano, comporta ulteriori ostacoli. In molte comunità , la disabilità è spesso fraintesa, portando a stigma e isolamento sociale. Le risorse limitate e la mancanza di strutture adeguate rendono difficile l’accesso a cure mediche e programmi educativi specializzati. Nonostante queste sfide, Tehila ha mostrato una resilienza straordinaria. Il suo sorriso contagioso e la sua curiosità innata l’hanno resa amata dalla famiglia e da chiunque la incontri. Tuttavia, un difetto cardiaco congenito minacciava seriamente la sua salute e il suo futuro. In un paese dove l’assistenza sanitaria è spesso inaccessibile per le famiglie meno abbienti, le speranze di Tehila sembravano affievolirsi. ADOTTA A DISTANZA Joshua: un cuore coraggioso in cerca di guarigione Joshua, 8 anni, proviene da una comunità urbana nella regione del Delta del Niger. La sua infanzia è stata segnata da un difetto cardiaco che gli impediva di partecipare alle attività tipiche dei bambini della sua età . In Nigeria, l’accesso alle cure specialistiche è limitato, e le famiglie spesso devono affrontare costi proibitivi per trattamenti medici salvavita. Nonostante le difficoltà economiche, la famiglia di Joshua ha cercato disperatamente una soluzione per il suo problema cardiaco, temendo per la sua vita e il suo futuro. Un ponte di speranza: dall’Africa all’Europa Le storie di Tehila e Joshua hanno preso una svolta positiva grazie all’intervento dell’associazione POBIC e al progetto “Open Heart”. Questo programma mira a individuare bambini con patologie cardiache congenite in paesi con sistemi sanitari fragili, offrendo loro l’opportunità di ricevere cure adeguate. Per Tehila e Joshua, ciò ha significato un viaggio in Italia, dove sono stati accolti e operati presso l’ospedale Gaslini di Genova, una struttura all’avanguardia nella cura delle malattie pediatriche. Il trasferimento in un paese straniero, l’incontro con una nuova cultura e l’affrontare interventi chirurgici complessi sono stati momenti di grande coraggio per entrambi i bambini. La presenza delle loro madri al fianco durante questo percorso è stata fondamentale, offrendo sostegno emotivo e amore incondizionato. Un futuro luminoso all’orizzonte Dopo gli interventi, sia Tehila che Joshua hanno mostrato notevoli progressi. Tehila, con il suo spirito vivace, ha iniziato a esplorare il mondo con rinnovata energia, mentre Joshua sogna di tornare a giocare a calcio con i suoi amici, libero dalle limitazioni che lo hanno accompagnato finora. Il successo delle loro operazioni non solo migliora la loro qualità di vita, ma rappresenta anche un messaggio di speranza per molte altre famiglie in situazioni simili. Il ruolo cruciale del sostegno comunitario Le esperienze di Tehila e Joshua ci ricordano che, nonostante le difficoltà , ogni bambino merita una chance per un futuro sano e felice. Invitiamo tutti a sostenere progetti come “Open Heart” e l’associazione POBIC, affinché possano continuare a offrire speranza e cure a molti altri bambini in tutto il mondo. La partecipazione attiva e il sostegno della comunità sono essenziali per garantire che storie come quelle di Tehila e Joshua possano ripetersi, trasformando vite e costruendo ponti di solidarietà globale. DONA ORA / ADOTTA ORA Un invito all’azione Dopo gli interventi, sia Tehila che Joshua hanno mostrato notevoli progressi. Tehila, con il suo spirito vivace, ha iniziato a esplorare il mondo con rinnovata energia, mentre Joshua sogna di tornare a giocare a calcio con i suoi amici, libero dalle limitazioni che lo hanno accompagnato finora. Il successo delle loro operazioni non solo migliora la loro qualità di vita, ma rappresenta anche un messaggio di speranza per molte altre famiglie in situazioni simili. Dove sono stati svolti gli interventi I bambini verranno operati al Gaslini di Genova.  L’istituto collabora con il progetto Open Heart da moltissimi anni e ci ha aiutato a salvare decine e decine di bambini. Negli anni oltre 60 sono scampati alla morte grazie a questo programma e l’istituto Giannina Gaslini di Genova è in prima linea insieme a noi per non lasciar morire queste giovani vite.  Ecco il sito ufficiale dell’istituto. https://www.gaslini.org/ Ecco alcune domande che potresti porti Come verranno utilizzate le donazioni? Ogni euro donato sarà direttamente destinato alle esigenze operatorie di Ariella. La nostra ONG opera con la massima trasparenza finanziaria, garantendo che ogni contributo abbia un impatto diretto sulla loro vita.  Chi seleziona i beneficiari delle operazioni? I beneficiari, in questo caso Jernita Ariella e Mary, vengono selezionati in base a criteri medici e di necessità . Collaboriamo da anni con i medici del Gaslini per garantire che le risorse vadano a chi ne ha bisogno in modo più urgente. E per urgente intendiamo a rischio vita.  Posso fidarmi che le donazioni saranno utilizzate correttamente? Assolutamente. Ogni transazione è tracciata e ogni dettaglio finanziario sarà reso disponibile a chiunque desideri avere ulteriori informazioni. POBIC opera nel settore delle no profit da oltre 30 anni e fa dell’onestà uno dei suoi principali valori. Scopri sul sito tutti i nostri DOCUMENTI SULLA TRASPARENZA  Qual è il tuo track record nel trattare casi come questi? Abbiamo una lunga storia di successi nel fornire cure salvavita a bambini in situazioni simili. Le storie positive dei bambini che abbiamo aiutato sono la prova tangibile del nostro impegno. Dai un’occhiata alla nostra storia in Nigeria   Cosa succede se non raggiungete l’obiettivo di raccolta fondi? Anche se non raggiungiamo l’intero obiettivo, ogni donazione ci avvicina al nostro scopo. Ogni euro conta e contribuirà a garantire un futuro migliore.  Posso fare una donazione anche se non sono in grado di donare molto? Assolutamente sì! Ogni donazione, indipendentemente dall’importo, ha un impatto. Anche piccoli contributi possono fare la differenza. Tanti
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