Archivio Aprile 2024

27 Apr

Guerra Russia e Ucraina: un conflitto che stiamo dimenticando (ma più drammatico che mai)​

Guerra Russia e Ucraina: un conflitto che stiamo dimenticando (ma più drammatico che mai) Guerra Ucraina e Russia.  Cosa sta succedendo? Da dove parte tutto? Cosa possiamo fare? Queste sono solo alcune delle domande che ci poniamo in relazione ad uno degli scontri armati più discussi degli ultimi anni. Rispondiamo in questo articolo dandoti un accenno di presente. Leggilo fino alla fine se anche tu vorresti poter dire la tua praticamente. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 + Che cosa sta succedendo tra la Russia e l’Ucraina? A partire da giovedì 24 febbraio 2022, la Russia ha lanciato un’invasione su vasta scala dell’Ucraina, con attacchi aerei, missili e terrestri su diverse città ucraine.   Questa invasione è l’ultima escalation di una crisi in atto tra Russia e Ucraina che dura da anni.  AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÙ Ogni donazione è per noi fondamentale. PUOI CONTRIBUIREANCHE TU Donbas: il fulcro dell’offensiva russa Le forze russe concentrano i loro sforzi nel Donbas, con l’obiettivo di conquistare le intere province di Donetsk e Luhansk controllate dai separatisti filorussi.    Gli scontri si intensificano attorno alle città di Sloviansk, Kramatorsk e Severodonetsk, dove si verificano pesanti bombardamenti e combattimenti corpo a corpo.    L’avanzata russa è lenta e faticosa, incontrando una forte resistenza da parte delle truppe ucraine, che sfruttano la conoscenza del terreno a loro vantaggio. L’utilizzo di artiglieria pesante e missili da parte della Russia provoca ingenti danni alle città e infrastrutture civili, causando numerose vittime tra la popolazione.     Verso sud: controffensiva ucraina a Kherson Nel sud del paese, le forze ucraine hanno lanciato una controffensiva nella regione di Kherson, riuscendo a riconquistare alcune città precedentemente occupate dai russi.   I combattimenti si concentrano nella città di Kherson, il capoluogo regionale, ancora sotto il controllo russo.   La controffensiva ucraina è favorita dalla fornitura di armi occidentali, tra cui i missili Javelin e Stinger, che permettono di colpire con precisione i carri armati e altri mezzi corazzati russi. La riconquista di Kherson rappresenterebbe una significativa vittoria simbolica per l’Ucraina e potrebbe indebolire la posizione russa nel sud del paese.   Bombardamenti in tutto il paese Nonostante l’attenzione sia concentrata sul Donbas, la Russia continua a bombardare città ucraine in tutto il paese, anche quelle lontane dalle zone di conflitto.   Questi attacchi colpiscono indiscriminatamente aree residenziali, scuole, ospedali e altre infrastrutture civili, causando una strage di civili e una grave crisi umanitaria.   Le città più colpite includono Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina, Mariupol, quasi completamente rasa al suolo, e Odessa, un importante porto sul Mar Nero.   Le perdite umane e la crisi umanitaria La guerra in Ucraina ha causato una drammatica crisi umanitaria, con milioni di persone sfollate dalle loro case e migliaia di morti.   Secondo le stime dell’ONU, oltre 12 milioni di persone hanno lasciato le loro case in Ucraina, di cui circa 5 milioni sono diventati rifugiati nei paesi vicini. Le Nazioni Unite stimano che il numero di morti tra i civili sia di almeno 6.000, ma la cifra reale potrebbe essere molto più alta.   La situazione umanitaria nelle città assediate come Mariupol è particolarmente critica, con carenze di cibo, acqua, medicine e assistenza medica.   Una situazione disperata: cosa stiamo facendo noi di POBIC  A fronte di questa situazione drammatica tutti gli sforzi sono indispensabile.   Basti pensare che una città apparentemente fuori dal conflitto come Nemirov,  ha visto nell’ultimo anno devastare la propria struttura sociale.    Tre ambulanze disponibili nel centro di circa 15 mila abitanti soo state interamente distrutte.  L’ambulanza bombardata Questo è ciò che resta dell’unica ambulanza della città di Nemirov, Ucraina. Una parte di un missile Russo, parzialmete distrutto dalle forze Ucraine, si è fatalmente schiantata contro il mezzo per soccorso emergenziale. Per una comunità come Nemirov, una tragedia sociale molto grave.   Ecco perché come Pobic, in via del tutto emergenziale, abbiamo donato un’ambulanza dismessa in Italia, ma che resta completamente funzionante. Il rofessor Mikola Segeda, presidente della fondazione Pobic Ucraina, si è incaricato di guidare il mezzo fino a destinazione.   Questo è solo un primo passo. L’ambulanza donata Il professore Mikola Segeda e dott. Festus Adebayo presidente di Pobic Nigeria Ucraina: il prossimo passo di Pobic Se ci seguite da tempo sapete del nostro profondo legame con il popolo Ucraino.   A dispetto di quello che si può sentire in TV o sui social, la situazione è più drammatica che mai. La casa Pobic allestita per l’accoglienza in zona Nemirov si sta rivelando totalmente insufficiente per l’enorme numero di sfollati che – lasciate le loro case – cercano salvezza scappando. Stiamo creando un piano per essere realmente di aiuto in questa crisi che sta spezzando vite e trasformando una nazione come l’Ucraina in un popolo di senza dimora.    Un primo passo sarà un aiuto pratico. Abbiamo acquistato un’ulteriore ambulanza da spedire in Ucraina, e che seguirà quella che già avevamo spedito alcuni mesi fa.La situazione è terribile per i nostri fratelli Ucraini.     Stiamo preparando qualcosa di molto importante e presto ve lo racconteremo.  nuova ambulanza in donazione Volontari Pobic insieme all’ avvocato Paolo Novellini presidente Pobic, Mikola Segeda e Giancarlo Nolli, responsabile delle cooperative. Guerra tra Ucraina e Russia: Le prospettive future L’esito del conflitto è ancora incerto. La Russia ha una superiorità militare in termini di uomini e armamenti, ma l’Ucraina ha dimostrato una forte resistenza e determinazione a difendere il proprio paese.    L’andamento della guerra potrebbe dipendere da diversi fattori, tra cui il continuo flusso di armi occidentali all’Ucraina, l’evoluzione del morale delle truppe su entrambi i fronti e la possibile escalation del conflitto in una guerra più ampia tra Russia e NATO.    Le diplomazie continuano a cercare una soluzione pacifica alla crisi, ma al momento non sono stati fatti progressi significativi.   Quello che però è realmente importante è che dobbiamo e vogliamo contribuire

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26 Apr

Israele e Palestina: i 5 perché della guerra

Israele Palestina: i 5 perché della guerra Israele e Palestina. Perché la guerra?  Un conflitto che affonda le sue radici in un passato di tensioni ed in un presente che ci coinvolge tutti in prima persona. Proviamo a fare un po di chiarezza e di rispondere alla domanda che più di tutte condiziona i nostri dubbi. Quali sono i motivi di questo terribile conflitto? Rispondiamo in questo articolo, provando a fare chiarezza e cercando per quanto possibile, di non influenzare il tuo giudizio durante la lettura. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 + Qual è il problema tra Palestina e Israele? Esiste una diversità di prospettive a livello globale su questo argomento delicato, con individui, organizzazioni e nazioni che adottano posizioni differenti riguardo al suo futuro. Nonostante siano stati tentati negoziati e iniziative di mediazione a livello internazionale per anni, non c’è ancora stata una risoluzione soddisfacente per entrambe le parti coinvolte.   Per affrontare questa complessa situazione, sarebbe necessario un processo negoziale che tenga conto delle aspirazioni e dei diritti di tutte le parti interessate. Molti sostengono l’idea di una soluzione basata su due stati sovrani, dove una parte sia Israele e l’altra uno stato palestimese indipendente, convivendo con confini internazionalmente riconosciuti e garantendo la sicurezza per entrambe le popolazioni.   In definitiva, il raggiungimento della pace in questa regione richiede un impegno da parte di tutti gli attori coinvolti, oltre al sostegno della comunità internazionale. La questione è estremamente complessa e delicata, e trovare una soluzione equa e duratura rimane un obiettivo impegnativo. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÙ Ogni donazione è per noi fondamentale. PUOI AIUTARCIANCHE TU Qual è la ragione del conflitto tra ebrei e palestinesi? Fatto questo doverso preambolo, proviamo ora ad identificare alcui dei motivi che oggi ci portano a parlare di questo argomento e del perché la drammatica situazione che ci preoccupa tutta arriva da tanto lontanto. 1. Israele, Palestina e Gerusalemme la guerra di Gaza ha a che fare con Gerusalemme, o più specificamente con la tensione intorno alla Città Vecchia di Gerusalemme e ai siti sacri che vi si trovano.    Gerusalemme è una città di grande importanza religiosa per ebrei, musulmani e cristiani, e la sua sovranità è stata oggetto di dispute e conflitti per decenni.   La guerra di Gaza è stata spesso innescata da eventi legati a Gerusalemme, come le controversie sulla custodia dei luoghi sacri, le demolizioni di case palestinesi nella città, i piani di espansione degli insediamenti israeliani nella zona orientale di Gerusalemme, e le proteste palestinesi contro queste azioni. Questi eventi hanno scatenato violenze e tensioni che si sono poi estese alla Striscia di Gaza, con attacchi da entrambe le parti e cicli di violenza che hanno causato sofferenze umane e distruzione. 2. Israele, Palestina e gli insediamenti israeliani Gli insediamenti israeliani sono comunità costruite da cittadini israeliani in territori occupati dalla guerra del 1967, compresa la Cisgiordania e Gerusalemme Est.   Questi insediamenti sono considerati illegali dalla maggior parte della comunità internazionale e sono una delle questioni più controverse nel conflitto israelo-palestinese.    Le controversie legate agli insediamenti israeliani includono il controllo della terra, delle risorse e dei percorsi di sviluppo urbano, nonché il diritto dei palestinesi a un futuro stato indipendente.   Le politiche di espansione degli insediamenti israeliani nella Cisgiordania e a Gerusalemme Est hanno spesso scatenato tensioni e conflitti con i palestinesi. Le demolizioni di case palestinesi per fare spazio agli insediamenti israeliani, insieme alla costruzione di barriere di sicurezza e strade riservate agli israeliani, sono state fonte di profonda rabbia e frustrazione tra i palestinesi, alimentando il ciclo di violenza che può sfociare in guerre come quella di Gaza. 3. Israele, Palestina e i rifugiati palestinesi La questione dei rifugiati palestinesi è una delle questioni centrali del conflitto israelo-palestinese, derivante dalla guerra arabo-israeliana del 1948 e dai successivi conflitti regionali.   Durante questa guerra e le sue conseguenze, centinaia di migliaia di palestinesi furono costretti a fuggire o furono espulsi dalle loro case, dando origine a una vasta popolazione di rifugiati.   Molti di questi rifugiati e i loro discendenti sono ancora oggi privi di una soluzione definitiva al loro status e vivono in campi profughi nella Striscia di Gaza, nella Cisgiordania, in Giordania, Libano e Siria, oltre che in altri paesi.     La situazione dei rifugiati palestinesi è stata una fonte costante di tensione e disagio nel conflitto israelo-palestinese, alimentando il risentimento e la disperazione tra i palestinesi.   Nel contesto della guerra di Gaza, la situazione dei rifugiati palestinesi può essere una delle molteplici cause di tensione e rabbia che portano a violenze e conflitti armati. Le condizioni di vita difficili nei campi profughi, insieme alla mancanza di prospettive di una soluzione politica al problema dei rifugiati, possono alimentare la disperazione e la propensione alla radicalizzazione e alla resistenza armata. 4. Israele, Palestina e le rivendicazioni territoriali La Striscia di Gaza è parte integrante del territorio palestinese conteso nel conflitto israelo-palestinese. Le dispute territoriali riguardano principalmente la sovranità e il controllo della Striscia di Gaza, così come il suo confine con Israele.   Il territorio di Gaza è stato al centro di conflitti per decenni, con Israele che ha occupato la Striscia di Gaza dal 1967 fino al 2005, quando si è ritirato unilateralmente, ma ha mantenuto il controllo sui suoi confini, il suo spazio aereo e le sue acque territoriali. Questo controllo israeliano, insieme al blocco navale e terrestre imposto da Israele su Gaza, ha limitato drasticamente la libertà di movimento e di commercio dei palestinesi nella regione.   Le rivendicazioni territoriali riguardano anche la questione delle colonie israeliane nella Cisgiordania, che si estendono fino ai confini della Striscia di Gaza. Le politiche di espansione degli insediamenti israeliani e la costruzione di barriere di sicurezza hanno contribuito ad accrescere le tensioni territoriali e a limitare ulteriormente lo spazio vitale disponibile per i palestinesi.  

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26 Apr

Malattie reumatiche in Africa: una sfida sanitaria che parte dal soccorso umanitario

Malattie reumatiche in Africa: una sfida sanitaria che parte dal soccorso umanitario Le malattie reumatiche rappresentano ancora oggi una delle principali emergenze sanitarie nei paesi dell’Africa subsahariana, in particolare nel corno d’Africa e in nazioni come il Ghana, dove il sistema sanitario fatica a garantire diagnosi e cure tempestive. Il soccorso umanitario assume quindi un ruolo fondamentale per affrontare una problematica spesso sottovalutata, ma con effetti devastanti sulla popolazione, soprattutto tra i più giovani. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 + Che cosa sono le malattie reumatiche Le malattie reumatiche sono patologie infiammatorie che possono colpire articolazioni, ossa, muscoli e, in casi più gravi, organi vitali come il cuore. In Africa, la forma più diffusa è la febbre reumatica, una complicanza di infezioni da streptococco non trattate adeguatamente. La febbre reumatica, se non diagnosticata e curata in tempo, può evolvere in cardiopatia reumatica, causando danni irreversibili alle valvole cardiache.   Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la cardiopatia reumatica è responsabile di oltre 300.000 morti ogni anno a livello globale, e colpisce principalmente bambini e giovani adulti nei paesi a basso reddito.   AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÙ Ogni donazione è per noi fondamentale. PUOI CONTRIBUIREANCHE TU L’impatto delle malattie reumatiche in Africa Nel corno d’Africa e in molte aree dell’Africa in genrale, la febbre reumatica resta una delle principali cause di insufficienza cardiaca giovanile.Questo avviene per diversi motivi: Diagnosi tardive o inesistenti. Carenza di antibiotici per trattare le infezioni streptococciche. Scarsa consapevolezza sanitaria nelle popolazioni rurali. Il soccorso umanitario nell’Africa orientale, si sta orientando sempre di più verso programmi di prevenzione primaria (cura tempestiva delle infezioni) e prevenzione secondaria (diagnosi precoce dei danni cardiaci). Inoltre, la forte correlazione tra povertà, mancanza di accesso alle cure e diffusione delle infezioni rende il fenomeno ancora più difficile da arginare senza il supporto delle organizzazioni di soccorso umanitario.   Corno d’Africa: un contesto ad alta vulnerabilità Il corno d’Africa, una delle regioni più fragili del continente, concentra molte delle condizioni che favoriscono la diffusione delle malattie reumatiche: Povertà diffusa. Accesso limitato ai servizi sanitari di base. Sovraffollamento scolastico e abitativo, che facilita la trasmissione delle infezioni. In questi contesti, il soccorso umanitario non si limita più alla risposta all’emergenza, ma punta alla costruzione di programmi di salute pubblica sostenibili, capaci di intercettare precocemente i rischi e ridurre l’incidenza delle complicanze cardiache. Investire nella prevenzione della febbre reumatica nel corno d’Africa significa non solo salvare vite umane, ma anche alleggerire il carico sui sistemi sanitari nazionali, migliorando la resilienza delle comunità più vulnerabili.   Conclusione Le malattie reumatiche in Africa, e in particolare nel corno d’Africa, rappresentano una sfida sanitaria di grande rilievo, ancora troppo spesso trascurata. Il soccorso umanitario svolge un ruolo essenziale nel promuovere strategie di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento delle infezioni che sono all’origine di gravi complicanze cardiache. Affrontare questa emergenza significa guardare oltre il singolo intervento, puntando su progetti duraturi capaci di migliorare strutturalmente la salute pubblica nei territori più fragili. Questo è ciò che resta dell’unica ambulanza della città di Nemirov, Ucraina. Una parte di un missile Russo, parzialmete distrutto dalle forze Ucraine, si è fatalmente schiantata contro il mezzo per soccorso emergenziale. Per una comunità come Nemirov, una tragedia sociale molto grave.   Ecco perché come Pobic, in via del tutto emergenziale, abbiamo donato un’ambulanza dismessa in Italia, ma che resta completamente funzionante. Il rofessor Mikola Segeda, presidente della fondazione Pobic Ucraina, si è incaricato di guidare il mezzo fino a destinazione.   Questo è solo un primo passo. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÙ Ogni donazione è per noi fondamentale. PUOI CONTRIBUIREANCHE TU

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26 Apr

Ucraina: tutta la nostra storia dall’inizio ad oggi

Ucraina: tutta la nostra storia dall’inizio ad oggi La nostra missione in Ucraina non è nata con l’esplosione della guerra, né per rispondere a un’emergenza improvvisa. È una storia che ha radici profonde, fatta di incontri, di piccoli passi, di relazioni costruite negli anni. Una storia che vogliamo raccontarvi, dall’inizio fino ad oggi. 2005: i primi passi a Krasnograd Era il 2005 quando Pobic varcò per la prima volta i confini ucraini. La destinazione era Krasnograd, una cittadina dell’oblast di Charkiv, nell’Ucraina orientale. In un contesto segnato da povertà e difficoltà, trovammo comunità vive, dignitose, desiderose di costruire un futuro migliore.     Il nostro primo intervento fu semplice ma fondamentale: sostegno diretto a famiglie in difficoltà, con particolare attenzione a quelle con bambini disabili. Non c’erano grandi mezzi, ma c’era tutta la volontà di esserci, di accompagnare queste famiglie con supporti concreti e continui. ADOTTA A DISTANZA 2008: formare per resistere a Leopoli Nel 2008, capimmo che aiutare voleva anche dire costruire competenze. Così, in collaborazione con l’Università di Yosypovych a Leopoli, organizzammo corsi di assistenza infermieristica e gestione dei grandi traumi. In un’epoca ancora relativamente stabile per il paese, investire nella formazione di personale sanitario significava rafforzare una rete fragile ma fondamentale, capace di rispondere a emergenze ordinarie e straordinarie.   2005–2025: la lunga amicizia con Nemirov Parallelamente, nello stesso 2005, prendeva forma uno dei progetti più duraturi: il sostegno all’orfanotrofio Nekrasov di Nemirov, nell’oblast di Vinnytsia. Anno dopo anno, portammo beni di prima necessità, materiale educativo e giocattoli ai bambini ospitati nella struttura.   Non solo. Organizziamo anche programmi di accoglienza estiva per i bambini affetti da patologie dermatologiche e osteo-scheletriche, offrendo loro soggiorni di cura e benessere in Italia, presso famiglie solidali. La missione di Nemirov, ancora attiva, è la testimonianza più viva del nostro impegno costante e silenzioso.   Dal 2022: l’Ucraina in guerra, una nuova emergenza Quando, nel 2022, scoppiò la guerra in Ucraina, tutto cambiò. L’emergenza ucraina esplose in modo devastante e, con essa, i bisogni della popolazione. Non ci siamo tirati indietro: organizzammo convogli umanitari, distribuendo farmaci, vestiario, beni alimentari e materiali di emergenza alle popolazioni sfollate. Abbiamo potenziato la nostra presenza, cercando di offrire sostegno non solo materiale, ma anche umano.   2023: un’ambulanza per salvare vite Nel 2023, un episodio drammatico ci ha richiesto una risposta immediata. A Nemirov, l’unica ambulanza disponibile è stata distrutta da un frammento di missile russo. In risposta, abbiamo donato una nuova ambulanza, proveniente dall’Italia, perfettamente funzionante, che ha ridato speranza a una comunità intera. A bordo, caricammo anche vestiti e medicinali, consegnati grazie alla determinazione del presidente di Pobic Ucraina, Mikola Segeda.   2024: rafforzare la sanità, costruire futuro Nel 2024, il nostro intervento si è ulteriormente rafforzato: abbiamo donato una seconda ambulanza all’oblast di Vinnytsia e avviato programmi di formazione sanitaria specifica per la gestione delle emergenze in contesto di guerra. Un passo fondamentale per garantire non solo mezzi, ma anche competenze, affinché chi vive il conflitto in prima linea possa contare su risorse adeguate. Oggi: la missione continua A vent’anni dall’inizio della nostra missione in Ucraina, sappiamo che ogni intervento ha costruito qualcosa: una rete di solidarietà, un sostegno concreto, un futuro possibile anche nei momenti più bui. Con il tuo aiuto, possiamo continuare.   Ogni donazione sostiene direttamente i nostri progetti: ambulanze, medicine, formazione, beni di prima necessità. Dona ora e cammina con noi al fianco di chi non può smettere di sperare. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +

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25 Apr

25 Aprile: Un giorno per donare speranza

25 Aprile: Un giorno per donare speranza 25 aprile 1945: una data che ha segnato la liberazione dell’Italia dal nazismo e dal fascismo, un giorno che celebra il trionfo della libertà e della democrazia. Un giorno fondamentale. E se possibile un giorno per riflettere non solo sul passato ma anche sul presente. Che cosa è successo il 25 aprile 1945? Il 25 aprile 1945 non è solo una data sul calendario, ma un giorno che ha cambiato per sempre il destino dell’Italia. In quel giorno, infatti, il Paese si risvegliò libero dal giogo nazifascista, grazie all’insurrezione generale coordinata dal CLNAI.   Le città del Nord Italia, da Milano a Torino, si trasformarono in campi di battaglia, dove partigiani e cittadini coraggiosi combatterono strenuamente contro le forze occupanti. Il sacrificio di migliaia di uomini e donne fu immenso, ma la loro determinazione e il loro amore per la libertà ebbero la meglio.   La liberazione del 25 aprile segnò l’inizio di una nuova era per l’Italia, un’era di democrazia, giustizia e ricostruzione. Un giorno che ancora oggi rappresenta un simbolo di speranza e di rinascita, un monito a custodire e difendere i valori di libertà e a costruire un futuro migliore per tutti. 25 Aprile: Un giorno per donare speranza 25 aprile 1945 quindi: una data che ha segnato la liberazione dell’Italia dal nazismo e dal fascismo, un giorno che celebra il trionfo della libertà e della democrazia.    Per molti bambini nel mondo, la libertà è ancora un miraggio lontano. Nascono in contesti di povertà e guerra, dove l’accesso alle cure mediche è un privilegio per pochi. E tra queste cure, quelle per le cardiopatie congenite, che spesso risultano fatali se non trattate in tempo.   Ecco perché il 25 Aprile è un giorno importante per noi di POBIC: perché è un giorno per ricordare che la libertà non è solo un diritto, ma anche un dovere. Il dovere di lottare per un mondo in cui tutti i bambini, indipendentemente da dove nascono o da chi siano, abbiano la possibilità di vivere una vita sana e felice.   Noi di POBIC lo facciamo ogni giorno, operando in paesi in via di sviluppo per offrire interventi chirurgici salvavita a bambini con cardiopatie congenite. Medici e infermieri che collaborano, con dedizione e professionalità, donano il loro tempo e le loro competenze per restituire a questi bambini un futuro.   Ma non basta curare i cuori.    Accogliamo anche rifugiati che fuggono da tensioni, offrendo loro un rifugio sicuro e la possibilità di ricostruire la propria vita.   Il 25 Aprile ci ricorda che la libertà è un bene prezioso, da custodire e da condividere.    Per questo, invitiamo tutti voi a unirvi a noi in questa missione di speranza.    Con una donazione, anche piccola, potete contribuire a salvare la vita di un bambino e a donargli un futuro migliore.   Insieme, possiamo costruire un mondo dove la libertà e la salute sono diritti di tutti. Perché la libertà di un bambino è la speranza di un mondo miglior Scopri come donare il tuo 5×1000

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12 Apr

2005 – Missione in Ucraina a Krasnograd: lì dove tutto è iniziato

2005 – Missione in Ucraina a Krasnograd: lì dove tutto è iniziato Il nostro primo passo in Ucraina è stato lieve, quasi timido. Era il 2005 e la città si chiamava Krasnograd, un piccolo centro nell’oblast’ di Charkiv, non lontano dal confine orientale. Non sapevamo esattamente cosa aspettarci, ma avevamo chiaro un sentimento: volevamo esserci. Non per portare soluzioni dall’alto, ma per camminare accanto. Allora ci chiamavamo ancora Anpobic, ed eravamo all’inizio di un percorso che non immaginavamo così lungo e intenso. Krasnograd ci accolse con la sua bellezza ruvida: case basse, strade polverose, un silenzio che parlava. E nei volti della gente — segnati dal lavoro, dalla fatica, ma anche da una gentilezza quasi disarmante — leggemmo subito una verità: qui c’era bisogno, ma anche dignità. Una povertà concreta, senza maschere, ma mai mendicante.   Un impegno fatto di mani tese, non promesse Non ci fu bisogno di grandi piani iniziali. Portammo vestiti, scarpe, coperte, ascoltammo storie, sedemmo a tavola con chi non aveva nulla da offrire se non il tè caldo e la voglia di raccontarsi. Da lì, quasi naturalmente, nacque il progetto di Sostegno a Distanza: uno strumento che ci permise di aiutare famiglie con figli disabili, di costruire un filo diretto tra chi dava e chi riceveva, senza filtri.   La missione in Ucraina a Krasnograd prese forma un passo alla volta. Non era un programma: era una relazione. In un tempo in cui tutto sembrava immobile, quel piccolo scambio di aiuto e umanità generò movimento. Una carezza che andava e tornava. ADOTTA A DISTANZA 2025: la guerra in Ucraina e la fedeltà alla missione Poi, nel 2022, il rumore della guerra ha attraversato anche quei luoghi quieti. E oggi, nel 2025, Krasnograd è diventata un punto dolente sulla mappa della sofferenza.  La guerra in Ucraina ha cambiato il volto di tutto, ma non il nostro legame con quella gente. Le voci che ci arrivano parlano di paura, di fame, di freddo.    E noi siamo ancora lì — non con soluzioni definitive, ma con la stessa presenza testarda di sempre. Perché la missione in Ucraina, almeno per noi, è prima di tutto una promessa di fedeltà. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +

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12 Apr

2023 – Missione in Ucraina a Nemirov: un’ambulanza per ripartire

2023 – Missione in Ucraina a Nemirov: un’ambulanza per ripartire Era rimasta una sola ambulanza per tutta la città di Nemirov, in Ucraina. Poi, un giorno del 2023, non ci sono state più nemmeno quelle. Un frammento di missile russo — parzialmente abbattuto, ma non abbastanza — ha colpito in pieno l’unico mezzo di soccorso disponibile. Una tragedia silenziosa, passata forse inosservata altrove, ma che per una piccola comunità come Nemirov ha significato perdere l’ultima possibilità di trasporto d’urgenza, l’unico mezzo per salvare vite. Un colpo al cuore, in mezzo a una guerra in Ucraina che logora ogni giorno il tessuto sociale e sanitario del paese. Quando servono risposte concrete Non abbiamo avuto bisogno di pensarci a lungo. Come Pobic, da anni impegnati con numerose missioni in Ucraina, sapevamo cosa fare. Non servivano buone intenzioni, serviva un’ambulanza. Subito.   Abbiamo così deciso, in via emergenziale, di donare un mezzo dismesso in Italia, non più utilizzato per il soccorso locale ma ancora perfettamente funzionante. È partita così una nuova missione in Ucraina: discreta, concreta, carica di umanità e strumenti essenziali. ADOTTA A DISTANZA Dentro quell’ambulanza molto di più Quella ambulanza, guidata dal presidente di Pobic Ucraina Mikola Segeda, non trasportava solo una soluzione tecnica. Volevamo fosse un segno tangibile che qualcuno, da lontano, ascolta e risponde. A bordo c’erano vestiti, medicinali, forniture di prima necessità, raccolti grazie alla generosità di chi, anche a distanza, non ha dimenticato il popolo ucraino. È stato tutto caricato a mano, pezzo per pezzo, come si fa con le cose che contano davvero. Oltre l’emergenza, la continuità La missione in Ucraina a Nemirov non si esaurisce con una consegna. È parte di un impegno che ci accompagna da anni, fatto di interventi silenziosi, di piccoli miracoli logistici, di rapporti costruiti sul campo. L’emergenza ucraina ha mostrato quanto siano fragili anche le infrastrutture più basilari. Ma ha anche mostrato quanto una comunità fiera possa resistere, se sostenuta.   GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +

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12 Apr

2010 – Missione in Ucraina a Nekrasov: un impegno che continua nel tempo

2010 – Missione in Ucraina a Nekrasov: un impegno che continua nel tempo La guerra in Ucraina ha attirato l’attenzione del mondo negli ultimi anni, ma per noi di Pobic l’impegno in questa terra è iniziato molto prima. Tra le tante missioni in Ucraina che abbiamo realizzato, una delle prime e più sentite è stata quella iniziata nel 2010 a Nemirov, presso l’orfanotrofio Nikalaj Alekseevic Nekrasov. La nascita della missione a Nekrasov Nel 2010 siamo arrivati a Nemirov mossi dal desiderio di conoscere una realtà fragile ma significativa.    L’orfanotrofio Nekrasov, pur segnato dal tempo, ci è subito apparso come una struttura dignitosa e gestita con attenzione.   Ad accoglierci c’era il direttore Kondratuk Vasil Yakovic, che con gentilezza e disponibilità ha ascoltato i nostri propositi. Da quel primo incontro è nato il progetto di Sostegno a Distanza, pensato per aiutare i bambini orfani accolti in strutture pubbliche.   Il sostegno concreto Grazie al supporto dei nostri soci e sostenitori, abbiamo potuto avviare una missione in Ucraina concreta: giocattoli, vestiti, beni essenziali sono stati raccolti e consegnati con regolarità.    I bambini hanno accolto ogni gesto con entusiasmo e gratitudine, e ogni visita ha rafforzato il legame tra Pobic e questa comunità.   2022: l’inizio della guerra in Ucraina Nel 2022, con lo scoppio della guerra in Ucraina, il contesto è cambiato drammaticamente. L’emergenza ucraina ha colpito duramente anche le strutture già fragili, come l’orfanotrofio di Nekrasov.    Le necessità si sono moltiplicate, e così anche l’urgenza della nostra presenza.   2025: la missione continua Oggi, nel 2025, la missione in Ucraina prosegue. Nonostante tutto, Pobic continua a essere presente sul territorio, con interventi mirati e vicini alle persone.    Quella di Nekrasov è solo una delle tante missioni in Ucraina portate avanti in questi anni, tutte accomunate da un unico obiettivo: esserci, sempre, accanto a chi ha più bisogno. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +

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