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5 Mag
Emergency Transport: perché un’ambulanza Pobic può fare la differenza nella crisi degli sfollati ucraini Da tre anni l’Ucraina vive un pendolarismo forzato: quasi 5 milioni di persone si spostano all’interno del Paese per sfuggire ai bombardamenti, salvo poi tentare di rientrare a casa quando la linea del fronte arretra. A questi si sommano 6,36 milioni di rifugiati registrati in Europa — dei quali 4,3 milioni sotto protezione temporanea nell’UE — che gravano su sistemi di accoglienza ormai saturi in Polonia e Germania. Il pendolarismo degli sfollati interni Secondo la IOM, il 37 % degli sfollati dichiara di aver cambiato provincia più di una volta nell’ultimo anno; molti oscillano fra le regioni occidentali, ritenute più sicure, e le province d’origine per controllare le abitazioni o lavorare. L’instabilità logistica rende indispensabili mezzi di soccorso mobili capaci di raggiungere comunità che cambiano volto da un mese all’altro. Lacune di finanziamento Il piano umanitario ONU per il 2025 chiede 2,6 miliardi di dollari, ma a oggi copre solo il 20 % delle necessità : i tagli USA hanno fatto crollare i fondi dell’83 % rispetto al 2024. Di conseguenza l’obiettivo di persone assistite è sceso da 6 a 4,8 milioni, lasciando fuori milioni di sfollati in aree di difficile accesso La fatica dell’accoglienza in Europa Polonia: quasi 1 milione di PESEL‑UKR ancora attivi, con alloggi di emergenza che iniziano a chiudere per mancanza di fondi. Germania: 1,25 milioni di rifugiati ucraini — 29 % minori — mettono sotto pressione scuole e servizi sanitari locali. Mentre le reti di protezione sociale si sfilacciano, cresce la richiesta di trasferimenti sanitari da frontiera a frontiera e verso gli hub ospedalieri più capaci. Il contributo fondamentale di Pobic Attraverso il programma Emergency Transport, Pobic recupera ambulanze dismesse in Italia, le ricondiziona e le invia cariche di forniture mediche.  Caso emblematico — Nemirov, 2023 Quando un frammento di missile ha distrutto l’unico mezzo di soccorso della cittadina, Pobic ha consegnato una nuova ambulanza, guidata fino al Donbass dal presidente di Pobic‑Ucraina, Mikola Segeda. Insieme al veicolo hanno viaggiato kit di medicazione, antibiotici, coperte e abiti caldi assemblati dai volontari in Lombardia. leggi qui l’articolo per conoscere meglio la storia. Ogni convoglio di Pobic parte con: Farmaci a uso chirurgico e d’urgenza (analgesici, antibiotici, soluzione fisiologica). Kit di primo soccorso per evacuazioni rapide di civili feriti. Coperte termiche e abbigliamento invernale destinati a chi abita in rifugi improvvisati o seminterrati senza riscaldamento. Vestiti, cibo a lunga conservazione e giochi per i più piccoli. I nostri obiettivi per il 2025 Ampliare la flotta: l’obiettivo minimo è donare altre tre ambulanze alle municipalità di Kharkiv, Zaporizhzhia e Mykolaïv, dove i mezzi vengono colpiti più spesso. Formare personale locale: moduli di 48 ore su triage ed emergenza a bordo per infermieri ucraini. Sostegno a distanza: continuare il programma avviato nel 2010 all’orfanotrofio di Nemirov, garantendo forniture mensili di vestiti e giochi educativi. Perché ogni ambulanza conta adesso Risponde al pendolarismo: un mezzo attrezzato può seguire gli sfollati nei loro movimenti, offrendo cure dove gli ospedali non sono più raggiungibili. Colma i buchi di bilancio: mentre i fondi ONU si riducono, un’ambulanza completa di forniture vale in media 85 000 €, coprendo un gap che le agenzie internazionali non riescono più a finanziare. Solleva i paesi d’accoglienza: ridurre i traumi non curati alla frontiera significa meno ospedalizzazioni costose a Berlino o Varsavia. EMERGENCY TRANSPORT La nostra forza è far viaggiare la speranza su quattro ruote. Dona un “pezzettino” di ambulanza: insieme possiamo mettere in strada il prossimo mezzo prima dell’inverno 2025. Sul sito Pobic è attiva una campagna dedicata; bastano 25 € per assicurare un kit di medicazione a bordo, 100 € per rifornire l’ossigeno. Ogni contributo accorcia la distanza fra chi scappa e un soccorso tempestivo. DONA ORA
Continua a leggere26 Apr
Ucraina: tutta la nostra storia dall’inizio ad oggi La nostra missione in Ucraina non è nata con l’esplosione della guerra, né per rispondere a un’emergenza improvvisa. È una storia che ha radici profonde, fatta di incontri, di piccoli passi, di relazioni costruite negli anni. Una storia che vogliamo raccontarvi, dall’inizio fino ad oggi. 2005: i primi passi a Krasnograd Era il 2005 quando Pobic varcò per la prima volta i confini ucraini. La destinazione era Krasnograd, una cittadina dell’oblast di Charkiv, nell’Ucraina orientale. In un contesto segnato da povertà e difficoltà , trovammo comunità vive, dignitose, desiderose di costruire un futuro migliore.   Il nostro primo intervento fu semplice ma fondamentale: sostegno diretto a famiglie in difficoltà , con particolare attenzione a quelle con bambini disabili. Non c’erano grandi mezzi, ma c’era tutta la volontà di esserci, di accompagnare queste famiglie con supporti concreti e continui. ADOTTA A DISTANZA 2008: formare per resistere a Leopoli Nel 2008, capimmo che aiutare voleva anche dire costruire competenze. Così, in collaborazione con l’Università di Yosypovych a Leopoli, organizzammo corsi di assistenza infermieristica e gestione dei grandi traumi. In un’epoca ancora relativamente stabile per il paese, investire nella formazione di personale sanitario significava rafforzare una rete fragile ma fondamentale, capace di rispondere a emergenze ordinarie e straordinarie.  2005–2025: la lunga amicizia con Nemirov Parallelamente, nello stesso 2005, prendeva forma uno dei progetti più duraturi: il sostegno all’orfanotrofio Nekrasov di Nemirov, nell’oblast di Vinnytsia. Anno dopo anno, portammo beni di prima necessità , materiale educativo e giocattoli ai bambini ospitati nella struttura.  Non solo. Organizziamo anche programmi di accoglienza estiva per i bambini affetti da patologie dermatologiche e osteo-scheletriche, offrendo loro soggiorni di cura e benessere in Italia, presso famiglie solidali. La missione di Nemirov, ancora attiva, è la testimonianza più viva del nostro impegno costante e silenzioso.  Dal 2022: l’Ucraina in guerra, una nuova emergenza Quando, nel 2022, scoppiò la guerra in Ucraina, tutto cambiò. L’emergenza ucraina esplose in modo devastante e, con essa, i bisogni della popolazione. Non ci siamo tirati indietro: organizzammo convogli umanitari, distribuendo farmaci, vestiario, beni alimentari e materiali di emergenza alle popolazioni sfollate. Abbiamo potenziato la nostra presenza, cercando di offrire sostegno non solo materiale, ma anche umano.  2023: un’ambulanza per salvare vite Nel 2023, un episodio drammatico ci ha richiesto una risposta immediata. A Nemirov, l’unica ambulanza disponibile è stata distrutta da un frammento di missile russo. In risposta, abbiamo donato una nuova ambulanza, proveniente dall’Italia, perfettamente funzionante, che ha ridato speranza a una comunità intera. A bordo, caricammo anche vestiti e medicinali, consegnati grazie alla determinazione del presidente di Pobic Ucraina, Mikola Segeda.  2024: rafforzare la sanità , costruire futuro Nel 2024, il nostro intervento si è ulteriormente rafforzato: abbiamo donato una seconda ambulanza all’oblast di Vinnytsia e avviato programmi di formazione sanitaria specifica per la gestione delle emergenze in contesto di guerra. Un passo fondamentale per garantire non solo mezzi, ma anche competenze, affinché chi vive il conflitto in prima linea possa contare su risorse adeguate. Oggi: la missione continua A vent’anni dall’inizio della nostra missione in Ucraina, sappiamo che ogni intervento ha costruito qualcosa: una rete di solidarietà , un sostegno concreto, un futuro possibile anche nei momenti più bui. Con il tuo aiuto, possiamo continuare.  Ogni donazione sostiene direttamente i nostri progetti: ambulanze, medicine, formazione, beni di prima necessità . Dona ora e cammina con noi al fianco di chi non può smettere di sperare. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +
Continua a leggere12 Apr
2023 – Missione in Ucraina a Nemirov: un’ambulanza per ripartire Era rimasta una sola ambulanza per tutta la città di Nemirov, in Ucraina. Poi, un giorno del 2023, non ci sono state più nemmeno quelle. Un frammento di missile russo — parzialmente abbattuto, ma non abbastanza — ha colpito in pieno l’unico mezzo di soccorso disponibile. Una tragedia silenziosa, passata forse inosservata altrove, ma che per una piccola comunità come Nemirov ha significato perdere l’ultima possibilità di trasporto d’urgenza, l’unico mezzo per salvare vite. Un colpo al cuore, in mezzo a una guerra in Ucraina che logora ogni giorno il tessuto sociale e sanitario del paese. Quando servono risposte concrete Non abbiamo avuto bisogno di pensarci a lungo. Come Pobic, da anni impegnati con numerose missioni in Ucraina, sapevamo cosa fare. Non servivano buone intenzioni, serviva un’ambulanza. Subito.  Abbiamo così deciso, in via emergenziale, di donare un mezzo dismesso in Italia, non più utilizzato per il soccorso locale ma ancora perfettamente funzionante. È partita così una nuova missione in Ucraina: discreta, concreta, carica di umanità e strumenti essenziali. ADOTTA A DISTANZA Dentro quell’ambulanza molto di più Quella ambulanza, guidata dal presidente di Pobic Ucraina Mikola Segeda, non trasportava solo una soluzione tecnica. Volevamo fosse un segno tangibile che qualcuno, da lontano, ascolta e risponde. A bordo c’erano vestiti, medicinali, forniture di prima necessità , raccolti grazie alla generosità di chi, anche a distanza, non ha dimenticato il popolo ucraino. È stato tutto caricato a mano, pezzo per pezzo, come si fa con le cose che contano davvero. Oltre l’emergenza, la continuità La missione in Ucraina a Nemirov non si esaurisce con una consegna. È parte di un impegno che ci accompagna da anni, fatto di interventi silenziosi, di piccoli miracoli logistici, di rapporti costruiti sul campo. L’emergenza ucraina ha mostrato quanto siano fragili anche le infrastrutture più basilari. Ma ha anche mostrato quanto una comunità fiera possa resistere, se sostenuta.  GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +
Continua a leggere26 Apr
Costa d’Avorio: la formazione sanitaria come motore di cambiamento, il modello Pobic Durante la missione avviata nel 2012 in Costa d’Avorio, l’associazione Pobic ha scelto di affiancare alla fornitura di mezzi di soccorso un altro intervento fondamentale: la formazione del personale sanitario locale. In un contesto dove le infrastrutture erano minime e il numero di medici estremamente basso, la possibilità di costruire competenze direttamente sul territorio rappresentava una priorità strategica. L’importanza della formazione sanitaria Le province di Bongouanou, Arrah e M’Batto, aree di intervento della missione, si caratterizzavano per un accesso ai servizi sanitari limitato e per la quasi totale assenza di protocolli di emergenza strutturati. Nel momento in cui i mezzi di trasporto sanitario venivano introdotti grazie al progetto Emergency Transport, era evidente che senza un’adeguata formazione, il loro impatto sarebbe stato parziale e poco duraturo. La risposta di Pobic è stata quella di avviare corsi di formazione tecnica, concentrati su procedure basilari ma essenziali, come la rianimazione cardiopolmonare (RCP) su adulti e bambini.  ADOTTA A DISTANZA Metodologia e attività formative La formazione è stata condotta attraverso sessioni teoriche e pratiche, utilizzando manichini didattici per simulare gli interventi di emergenza.I corsi erano rivolti a: Medici e infermieri ospedalieri. Personale paramedico dei villaggi periferici. Gli operatori sono stati istruiti a riconoscere situazioni critiche, ad attuare le prime manovre salvavita e a utilizzare correttamente le attrezzature di emergenza disponibili a bordo delle ambulanze.  Un elemento chiave dell’approccio formativo di Pobic è stato il trasferimento di strumenti di apprendimento: i manichini utilizzati per l’addestramento sono stati donati all’ospedale di Bongouanou al termine della missione, permettendo così al personale locale di continuare a esercitarsi e aggiornare le proprie competenze anche in autonomia.  Obiettivi perseguiti L’obiettivo della formazione non era semplicemente quello di istruire durante la presenza del team internazionale, ma di: Costruire capacità operative locali, riducendo la dipendenza dagli aiuti esterni. Garantire la continuità delle competenze nel tempo. Rafforzare il sistema sanitario attraverso risorse umane qualificate e più consapevoli nella gestione delle emergenze.  Risultati ottenuti Al termine della missione, il personale sanitario locale aveva acquisito: Capacità operative di base nella gestione dei pazienti critici. Migliore utilizzo delle ambulanze e delle attrezzature fornite. Una maggiore autonomia nell’affrontare situazioni di emergenza senza l’intervento immediato di specialisti esterni. Questi risultati hanno contribuito a rafforzare la rete di emergenza territoriale nata con il progetto Emergency Transport, rendendo più efficiente e sicuro il soccorso nelle aree rurali della Costa d’Avorio.  Risultati ottenuti La formazione sanitaria realizzata da Pobic in Costa d’Avorio dimostra che lo sviluppo delle competenze locali è un elemento essenziale per garantire la sostenibilità degli interventi umanitari. Non basta consegnare mezzi o attrezzature: occorre investire nelle persone, nella loro preparazione e nella loro capacità di mantenere attivi i servizi anche dopo la fine delle missioni internazionali.  Il modello adottato da Pobic ha permesso di lasciare una traccia concreta e duratura, contribuendo a migliorare l’accesso ai servizi di emergenza in una delle zone più fragili del paese. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +
Continua a leggere26 Apr
Costa d’Avorio: 4 abulanze donate per il progetto Emergency Transport Nel 2012, l’associazione Pobic ha avviato un progetto operativo di sviluppo del trasporto sanitario di emergenza nella provincia di Bongouanou, in Costa d’Avorio. La missione si è concentrata sulla fornitura di mezzi di soccorso e sulla creazione di un primo sistema organizzato di emergenza territoriale. La situazione di partenza All’inizio della missione, le condizioni sanitarie e logistiche dell’area erano estremamente precarie. In tutta la provincia non era disponibile un sistema di ambulanze operative. I pazienti che necessitavano di cure urgenti venivano trasportati su mezzi privi di qualsiasi standard di sicurezza sanitaria, spesso costretti ad affrontare tragitti di ore su strade sterrate e danneggiate. La stagione delle piogge aggravava ulteriormente la situazione, rendendo molte vie di comunicazione impraticabili e aumentando i rischi nei casi di emergenza. ADOTTA A DISTANZA L’intervento di Pobic Per rispondere a questa criticità , Pobic ha implementato un programma strutturato che ha previsto: La donazione di quattro ambulanze completamente equipaggiate. La formazione tecnica del personale locale destinato alla gestione dei mezzi di soccorso. Il rafforzamento delle procedure di emergenza, attraverso l’introduzione di protocolli di primo soccorso. Le ambulanze sono state consegnate direttamente all’ospedale di Bongouanou e ai presidi sanitari periferici.Durante il tragitto di trasferimento, uno dei mezzi è stato utilizzato per soccorrere un ferito in un incidente stradale, confermando immediatamente la necessità e l’efficacia dell’intervento.  Obiettivi e risultati raggiunti L’obiettivo principale di Emergency Transport era quello di ridurre i tempi di accesso ai servizi sanitari per le popolazioni delle aree rurali, migliorando così la possibilità di sopravvivenza nei casi di urgenza. In pochi mesi dall’attivazione del servizio, si è registrato: Un miglioramento nella gestione dei trasporti sanitari, Un aumento della fiducia della popolazione nei confronti delle strutture ospedaliere, Una maggiore capacità di risposta da parte del sistema sanitario locale in situazioni di emergenza. La formazione del personale, inoltre, ha permesso di garantire la corretta gestione dei mezzi e di stabilire competenze di base nella gestione delle emergenze, favorendo una maggiore autonomia operativa. Conclusione Il progetto Emergency Transport ha segnato un passaggio fondamentale nella strategia di Pobic in Costa d’Avorio: non solo fornire risorse materiali, ma anche rafforzare le capacità locali, creando un impatto concreto e duraturo sulla salute pubblica della regione. Con interventi mirati, calibrati sulle esigenze reali del territorio, è stato possibile avviare il primo embrione di rete di soccorso in una delle aree più svantaggiate del paese. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +
Continua a leggere26 Apr
Costa d’Avorio: la missione dalle parole di chi l’ha vissuto. L’inizio della missione in Costa d’Avorio Il nostro arrivo all’aeroporto di Abidjan, il 30 luglio 2012, non fu dei migliori. La maggior parte dei bagagli partiti da Milano Malpensa non era stata caricata sull’aereo durante la coincidenza a Tunisi. Ci ritrovammo così, per quattro giorni, a gestire il nostro soggiorno con il minimo indispensabile: qualche indumento di ricambio e le scarpe adatte a un clima tropicale, con temperature tra i 24 e i 26 gradi e un’umidità prossima al 70%. Non certo il miglior modo per iniziare una missione di lavoro.  Dopo aver sbrigato le pratiche amministrative e atteso il recupero dei bagagli, cominciammo a entrare nel contesto di Abidjan. La città appariva congestionata da migliaia di taxi e autobus fatiscenti, soffocata da smog e caotica oltre ogni previsione. In mezzo a una situazione di degrado urbano e povertà diffusa, la vita quotidiana si consumava tra miseria, sofferenza e condizioni igienico-sanitarie molto precarie. Emergenza sanitaria e condizioni urbane ad Abidjan Diverso da quanto vissuto nella missione del 2009, l’illuminazione stradale risultava migliorata, ma erano ancora presenti numerosi checkpoint istituiti dalla milizia, che scandivano il tragitto lungo le arterie principali. Le torce dei soldati, che controllavano le vetture nella notte, illuminavano i nostri volti pallidi e stanchi: i documenti dei nostri accompagnatori locali erano la nostra unica garanzia di sicurezza.  La Costa d’Avorio, all’epoca, era ancora segnata da dieci anni di instabilità e guerriglia interna, tra le fazioni di Ouattara e Gbagbo. Il paese, primo produttore mondiale di cacao e importante esportatore di caffè e caucciù, possiede anche enormi ricchezze minerarie, tra cui diamanti, oro, petrolio e manganese. Tuttavia, il potenziale economico era frenato dalle tensioni politiche e da un degrado urbano evidente. ADOTTA A DISTANZA Visita a Grand Bassam: il patrimonio coloniale della Costa d’Avorio In attesa dei bagagli, visitammo Grand Bassam, la vecchia capitale coloniale francese, oggi importante centro turistico e artigianale. Nonostante la bellezza del luogo, il degrado ambientale era evidente, con cumuli di rifiuti (soprattutto plastica) che invadevano le spiagge.  Soccorso umanitario: supporto all’ospedale di Bongouanou Il nostro arrivo all’ospedale di Bongouanou fu accolto con grande calore. Era ancora vivo il ricordo della precedente missione, durante la quale erano stati consegnati arredi ospedalieri, defibrillatori, attrezzature per sala operatoria e organizzata formazione sanitaria per medici e infermieri.  Questa volta, il nostro compito prevedeva il perfezionamento della formazione sanitaria, in particolare sulla gestione delle emergenze cardiocircolatorie. Inoltre, era previsto il trasferimento di quattro ambulanze destinate al trasporto sanitario di pazienti dai villaggi all’ospedale locale e, se necessario, fino ad Abidjan. L’efficacia di queste donazioni fu dimostrata subito: durante il trasferimento delle ambulanze, un incidente stradale costrinse a utilizzare immediatamente uno dei mezzi per trasportare un ferito all’ospedale.  Formazione sanitaria e resilienza locale Nel frattempo, i corsi di formazione sulla rianimazione cardiopolmonare (RCP) proseguirono con l’uso di manichini didattici per adulti e bambini, donati successivamente all’ospedale per continuare gli esercizi pratici in autonomia. Durante i weekend, furono organizzate visite nei villaggi e incontri con le comunità locali.  Memorabile il viaggio al villaggio d’origine del nostro prezioso collaboratore ivoriano Tano, immerso nella foresta. Qui, in un contesto semplice e genuino, i bambini, molti dei quali vedevano un uomo bianco per la prima volta, reagirono prima con timore e poi con entusiasmo, partecipando con gioia a fotografie e giochi improvvisati. Tradizioni locali e cultura del Corno d’Africa Non mancarono celebrazioni locali, come la visita al villaggio di Fabien, altro notabile della zona, dove fummo accolti con pasti tradizionali — tra cui pietanze a base di istrice e aguti in umido, prelibatezze forestali offerte con grande ospitalità . Il 52° anniversario dell’indipendenza: un momento storico Infine, il 7 agosto 2012, partecipammo alle celebrazioni per il 52° anniversario dell’indipendenza della Costa d’Avorio dalla Francia. La città di Bongouanou si animò con sfilate, danze, mercati colorati e manifestazioni culturali che coinvolsero l’intera popolazione. Conclusione La missione Emergency Transport ha rappresentato un’importante azione di cooperazione internazionale sul campo, capace di integrare l’aiuto sanitario e logistico con un profondo rispetto per la cultura locale, rafforzando così i legami tra popoli distanti ma uniti dallo stesso spirito di solidarietà . GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +
Continua a leggere26 Apr
2007 – Missione in Costa d’Avorio: ambulanze e formazione per rafforzare la sanità locale Nel 2007 l’associazione Pobic avvia il primo intervento umanitario sanitario in Costa d’Avorio, nelle province di Bongouanou, Arrah e M’Batto, aree caratterizzate da un forte deficit infrastrutturale in ambito sanitario e da gravi difficoltà nell’accesso tempestivo ai soccorsi. Costa D’avorio: dove è nata la missione Bongouanou, capoluogo dell’omonima provincia, si trova nel centro-est della Costa d’Avorio. L’area è prevalentemente agricola, con una rete stradale limitata e servizi sanitari scarsamente sviluppati.  La carenza di mezzi di trasporto dedicati alle emergenze rappresentava un serio problema, contribuendo a elevati tassi di mortalità evitabile in caso di incidenti o complicazioni mediche.  ADOTTA A DISTANZA Nascita del progetto L’intervento, sin dall’inizio, si è presentato come complesso sia dal punto di vista economico che tecnico-scientifico. Grazie all’impegno del dottor Carlo Antonio Calamari, allora responsabile dell’AREU di Mantova, fu possibile coinvolgere l’AREU di Milano e l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova.  Il 28 luglio 2008, a Mantova, venne ufficializzato un gemellaggio tra AnPobic (oggi Pobic), l’Ospedale Carlo Poma, l’AREU Lombardia e l’ospedale di Bongouanou. Questo accordo rappresentò il punto di partenza formale per le attività operative sul territorio ivoriano. Costa D’avorio: Attività svolte Le attività sviluppate nel corso della missione in Costa d’Avorio hanno seguito un approccio integrato, mirato non solo a colmare le carenze immediate, ma anche a costruire una base più solida per il futuro dei servizi sanitari locali. Gli interventi sono stati orientati su più fronti, affrontando simultaneamente il problema della mancanza di mezzi di soccorso e la necessità di competenze professionali adeguate per il loro utilizzo.  In questo modo, l’azione di Pobic non si è limitata a una semplice donazione materiale, ma ha promosso un trasferimento di competenze volto a garantire un impatto duraturo sul territorio. A seguire, una sintesi delle principali attività realizzate:   Il progetto si articolò su due linee principali: Donazione di tre ambulanze completamente equipaggiate, destinate a Bongouanou e alle province limitrofe di Arrah e M’Batto. Formazione tecnica del personale sanitario locale, con moduli pratici e teorici sulla gestione delle emergenze-urgenze. La formazione fu curata da operatori sanitari italiani con esperienza diretta nel sistema di emergenza territoriale. Gli interventi hanno permesso di: Ridurre i tempi di trasporto dei pazienti in situazioni critiche. Migliorare la capacità di risposta dei soccorritori locali. Introdurre protocolli di intervento standardizzati per emergenze mediche e traumatologiche.  Come contribuire La missione in Costa d’Avorio rappresenta un esempio concreto di come interventi mirati possano trasformare radicalmente la capacità di risposta sanitaria in contesti vulnerabili. Tuttavia, il bisogno di supporto continua. Le ambulanze richiedono manutenzione, il personale necessita di aggiornamenti formativi, e molte altre comunità attendono interventi simili.  Puoi contribuire a sostenere queste iniziative attraverso donazioni, che permetteranno di: Mantenere operativi i mezzi di soccorso. Estendere i programmi di formazione ad altre regioni. Fornire attrezzature mediche essenziali alle strutture sanitarie locali. Per effettuare una donazione o per saperne di più sulle nostre missioni, visita il sito ufficiale di Pobic. GRAZIE AL TUO SOSTEGNO SALVIAMO LA VITA A DECINE DI BAMBINI OGNI ANNO. AIUTACI A FARE SEMPRE DI PIÚ. Paesi 0 Bambini operati 0 Bambini visitati 0 +
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